L'Italia è uno dei Paesi con il più alto indice di vecchiaia al mondo. L'aspettativa di vita è di 80 anni per gli uomini e 85 anni per le donne. L'invecchiamento demografico ha inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro, la spesa pubblica, i servizi sociali e quindi sull’andamento economico e l’evoluzione sociale, sanitaria e culturale del nostro Paese. Alla luce di questi dati, è necessario comprendere come il processo d'invecchiamento influenza la nostra vita mentale, fisica e persino sociale durante la fase della tarda età adulta.
La malattia di Alzheimer, la demenza, la malattia di Parkinson, il glaucoma, l'artrite ed il diabete sono patologie comuni nei pazienti anziani.
La psicologia geriatrica svolge un ruolo fondamentale nella salute della popolazione anziana, aiutandola ad affrontare e comprendere le malattie sia da un punto di vista fisico che psicologico.
Ad esempio, nell'Alzheimer, la distruzione e la morte delle cellule nervose provocano sia problemi cognitivi che emotivi come disfunzioni mnestiche, cambiamenti di personalità e difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane. Di conseguenza, molte persone con Alzheimer si trovano intrappolate tra due mondi, uno nel presente in cui esistono fisicamente ed un altro nel passato dove risiedono i loro ricordi. Questo può far sì che gli anziani diventino completamente ignari di chi sono, dove sono e cosa sta accadendo intorno a loro. Il trattamento della malattia di Alzheimer, include l'integrazione di molteplici tecniche: la psicoterapia, la terapia cognitiva-comportamentale, la terapia comportamentale-emotiva remota, e la terapia del rilassamento. Dal punto di vista clinico, oltre ai trattamenti sopra elencati, lo psicologo ha il compito di aiutare questi pazienti a comprendere i cambiamenti che notano. Le persone anziane possono infatti sviluppare depressione e ansia, ma in casi di malattia neurodegenerativa possono anche soffrire di alterazioni costanti dell'umore e condizioni più gravi. Lo psicologo deve quindi prestare molta attenzione alle particolari esigenze fisiche, emotive e sociali dei pazienti più anziani, ricorrendo ad un approccio olistico che consenta la diagnosi e la scelta accurata del trattamento. Tali cure comprendono: l'ascolto, rispondere alle preoccupazioni, supportare le famiglie e, soprattutto, collaborare con altri operatori sanitari per sviluppare approcci più efficaci di trattamento. Le malattie mediche coestistenti, i farmaci, le questioni familiari, le preoccupazioni sociali e gli aspetti ambientali non possono infatti essere ignorati, ma integrati in un programma di assistenza e di cura completo. In sintesi, lo psicologo deve svolgere attività di diagnosi e riabilitazione in campo neuropsicologico.
Lo psicologo che vuole lavorare con gli anziani può far riferimento a due macro aree per pensare e progettare i propri interventi e l’attività professionale: l’invecchiamento sano e quello patologico.
Per quanto riguarda l’invecchiamento sano, il lavoro dello psicologo si basa sulla prevenzione e lo screening del deterioramento cognitivo. Dunque, è possibile, in questo caso, organizzare incontri e percorsi di memory training e stimolazione cognitiva, che mirano a mantenere e migliorare:
* le abilità di formare connessioni tra le informazioni
* l’orientamento spazio-temporale
* le capacità attentive
* il ragionamento astratto
* la stimolazione sensoriale
* il vocabolario
* la rievocazione di informazioni
Per quanto riguarda lo screening del deterioramento cognitivo, è necessaria una prima valutazione neuropsicologica ed in particolare:
* stimare il declino cognitivo e l’eventuale compromissione delle varie funzioni cognitive
* fare informazione e formazione rispetto alla prevenzione del decadimento cognitivo e alla diagnosi precoce.
Il secondo grande ambito di lavoro per lo psicologo che si rivolge agli anziani è l’invecchiamento patologico. Fanno parte di questa categoria il lavoro con l’anziano affetto da demenza, il sostegno ai familiari e la formazione e supervisione agli operatori che lavorano in questo ambito.
È importante tenere a mente che il lavoro psicologico con l’anziano affetto da demenza è essenzialmente di tipo riabilitativo: ciò significa mantenere il più possibile le abilità residue dell’anziano, al fine di permettere il più a lungo possibile una buona qualità di vita. Il ruolo che lo psicologo può avere a domicilio o all’interno di strutture di accoglienza per anziani è di fondamentale importanza: può occuparsi della diagnosi in campo neuropsicologico, della progettazione di gruppi di riabilitazione, dell’ascolto degli utenti, dei familiari, della formazione, del supporto e della supervisione ad altre figure professionali presenti in struttura.
Dott. Aldo Marinacci
Psicologo - Sessuologo